L’ex cartiera Cherubini è localizzata nella parte bassa di Pale, ad ovest del paese. Essa sorge ai margini delle pendici del Sasso di Pale e in parte a cavallo della derivazione destra del Menotre . il fabbricato si sviluppa sul lato nord, lungo via dell’Eremo e sul lato sud ed est risulta accorpato ad altri edifici, per lo più con destinazione d’uso residenziale, ed è adiacente all’ex molino da olio Innamorati-Bartocci Pietro Paolo.
Risulta difficile definire le parti che formavano gli originari corpi di fabbrica a causa delle numerose ristrutturazioni subite dal complesso. Il fabbricato più, posto davanti all’ex molino Roncalli , si articola su quattro livelli e presenta sul fronte prospiciente la strada delle aperture, che si dispongono in modo irregolare, due delle quali, poste al 1° e 2° livello, connotate da un arco a tutto sesto. La parte più recente della fabbrica , costruita tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento, posta tra via dell’Eremo e l’ex molino Innamorati-Bartocci, seguendo il dislivello stradale, si articola su 3 livelli sul fronte ovest e su 2 livelli sul fronte est.
Le aperture, per la maggior parte di forma rettangolare a sviluppo verticale, si dispongono irregolarmente sui fronti aperti dell’edificio. Gli ingressi sono caratterizzati , da aperture con un’accentuazione ad arco a sesto ribassato. L’ex vasca di carico, risulta la parte immodificata dell’impianto. A questa si accede da un’apertura posta sul fronte est, al l° livello. L’interno è caratterizzato dalla particolare struttura orizzontale del tipo volta a botte ribassata . Da qui, anticamente, si dipartivano numerose canalizzazioni, che alimentavano altrettanti ex invasi o direttamente altri ex opifici posti a valle , tra i quali l’ex cartiera Innamorati Guido e Vincenzo, Agostini
Gaetano, l’eX molino Innamorati-Bartocci e per ultimo l’ex centralina Sordini e la vasca di carico della centrale idroelettrica dell’Altolina. Altre aperture di diverse dimensioni, poste lungo le pareti , collegavano la vasca di carico con il resto della fabbrica.
Si dà notizia dell’antica cartiera sin dal l748 e probabilmente produceva carta da scrivere, fatta a mano. La fabbrica risulta essere tra le cartiere che, nella seconda metà del Settecento, lavoravano globalmente 1.200.000 libbre di straccio, con una produzione di 28.000 risme di carta del tipo Palomba, Mezzanella, Genovese, Ancora, Stella, Reale Fioretta, Reale Fina e Turchinetta. La carta veniva esportata in Italia e all’estero; i produttori furono esonerati da ogni tassa di produzione.
Al tempo del Governo Napoleonico, Cherubino Cherubini insieme ad altri imprenditori locali, fu chiamato a far parte della Camera Consuntiva delle Manifatture per l’industria della carta. Agli inizi dell’Ottocento, l’opificio sembra essere gestito da Stanislao Cherubini, con una lavorazione annua di 90.000 libbre romane di straccio, per una quantità di 4.800 risme di carta. Nello stabilimento lavoravano 2 uomini e 2 ragazzi, con un salario che oscillava da 0,2 a 0,75 scudi romani.
Nella seconda metà dell’Ottocento, la cartiera è esercita dai fratelli Cherubini. Le lavorazioni all’interno della fabbrica, che era provvista di un solo tinello, una pila a magli e altri macchinari, erano eseguite dagli stessi proprietari, all’occorrenza coadiuvati da 6 o 7 operai. l macchinari erano azionati da forza idraulica. ln questo periodo la produzione tende a calare a causa della concorrenza di altre cartiere e dell’importazione della carta dall’estero. Per questo la fabbrica risulta quasi sempre inoperosa. Nel l864 la ditta fratelli Cherubini è comunque citata tra gli utenti di destra del fiume Menotre. Al 1870 l’opificio, che si estende sopra il Menotre e si articola su 3 livelli con 2 vani al piano terra, 4 vani al 1° piano, un locale al 2° piano, più un’abitazione con 2 vani al piano terra e altri 2 al 1° piano, e intestata al sacerdote Giuseppe Cherubini e Carlo, fratelli fu Matteo, e Natale Cherubini e Felicita, fratello e sorella fu Francesco. La rendita fondiaria complessiva e pari a .£ 133,33.
Sempre nel 1870, un’altra ditta, intestata a Antonio Cherubini fu Cherubino, possedeva un’altra cartiera in via del Sasso, a monte di Pale Nel l879 le due cartiere vennero riunite per successione sotto l’unica ditta intestata a don Giuseppe Cherubini e Carlo fu Matteo, Felicita fu Francesco per 3/4 e Maria, Luisa, Adele ed Alessandro Cherubini fu Natale proprietari ed usufruttuari per l/4, insieme ad Eugenia Antinucci di Francesco, loro madre di Belfiore. Nel 1881, con atto di successione, la partita va per intero a Maria, Luisa ed Alessandro Cherubini fu Natale per 22/30, e ad Eugenia Antinucci fu Francesco di Belfiore per 1/ 12 di proprietà e 8/30 di usufrutto.
La fabbrica, posta dentro Pale, doveva già avere cessato l’attività, poiché la rendita fondiaria dell’immobile, scesa a £ l8, risulta molto bassa. Del resto la produzione si era orientata verso la fabbricazione della carta paglia nello stabilimento sito in via del Sasso. Dopo il l900, l’edificio ormai inutilizzato, viene acquistato dalla Società per Azioni “Cartiera Abramo Sordini e Figli” di Pale, che la userà come magazzino.
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