L’ex stabilimento sorge a ridosso e sopra le mura del castello di Pale, nella parte più bassa ad ovest del paese e lungo via Belfiore o via delle Ripe. Esso è localizzato accanto e in parte al di sotto della piazza Elisei e in prossimità dell’ingresso delle grotte di Pale.
I fabbricati occupano circa la metà dell`intera area di pertinenza dell’ex edificio e si dispongono in pianta con una forma a L.
Originariamente il s.c. 1.3, oggi per lo più demolito, era il principale corpo di fabbrica, mentre il s.c. 1.1, costruito dopo il 1900, ospitava grandi vasche d’acqua. Il corpo principale di fabbrica è attualmente costituito sopra le suddette vasche. Di forma rettangolare su un solo livello, presenta all’interno un unico e vasto locale, che si dispone ortogonalmente tra via belfiore e il s.c. 1.2 e in adiacenza al s.c. 1.3.
Al centro del fronte prospiciente la strada è posto l’ingresso principale, a cui si accede attraverso quattro gradini in muratura. Altre due aperture a sviluppo verticale e ad arco a tutto sesto, provviste di inferriate, sono poste a destra e a sinistra dell`ingresso. [ln seguito al sisma del
settembre 1997 il solaio del s.c. 1.1 è quasi completamente crollato ].
Cinque aperture uguali a quelle del fronte nord sono distribuite ad intervalli regolari, sulla facciata ovest dell’edificio. di fronte al s.c. 1.4. ll fronte est, tangente al s.c.1.3, è privo di aperture, mentre il lato adiacente al s.c. 1.2 è provvisto internamente di due aperture di forma rettangolare. che collegano, tramite scale in muratura, il s.c.1 1 al s.c. 1.2.
Dall`apertura di sinistra, posta accanto al s.c. 1.3, si accede. scendendo alcuni gradini, al 1° livello del s.c. 1.2, mentre l’altra apertura, collocata a destra in cima allascala, dà sul 2° livello del s.c. 1.2. Quest’ultimo, che è la
parte dell’ex opificio costruita sopra le mura castellane, è ortogonale al s.c. 1.1 ed è più alto di questo. Esso presenta, sulle facciate libere est-sud-ovest, delle aperture a sviluppo verticale. Quelle poste sul fronte sud si articolano su due file e si dispongono per la maggior parte ad intervalli regolari.
Sul fronte ovest, davanti al s.c_ 1.4, è posto l’ingresso principale del s.c. 1.2, caratterizzato da un’apertura ad arco a tutto sesto. Accanto a questa è posto un corpo di fabbrica di modeste dimensioni, addossato sul fronte ovest; anche esso risulta in parte costruito sopra le mura castellane. Un’altra apertura rettangolare, posta in basso sul fronte sud, dal quale tuttavia non è possibile accedere, dà su alcuni locali o grotte, posti sotto il s.c. 1. 2.ll s.c. 1.3, contiguo al s.c. 1.1, è posto tra questo e per lo più al di sotto di piazza Elisei. Sul lato aperto che dà sulla corte, dove è posto l’ingresso alle grotte di Pale e in prossimità del s.c. 1.2, è collocata un’apertura di forma ellissoidale, caratterizzata da una cornice in mattoni pieni.
Un’altra apertura a sviluppo verticale, ad arco a sesto ribassato, incorniciata sempre da mattoni, e posta al centro del fronte che dà sulla strada e costituiva originariamente l’ingresso del s.c. 1.3. Accanto a questo, salendo via Belfiore, è collocata un’altra apertura che dà direttamente su un locale posto sotto piazza Elisei, dove si trovano
le fonti pubbliche di Pale.
ll s.c. e costituito da un ampio piazzale, da cui si accede da un cancello posto davanti a via Belfiore e accanto al s.c. 1.1. Esso è delimitato da un muretto basso e molto spesso, dalla parte che guarda a valle e lungo il tratto che costeggia via Belfiore. ll s.c. 1.4 risulta comunque rialzato sopra
la strada ed è probabile che questo costituiva in parte, insieme al fronte sud del s.c. 1.2, le antiche mura del castello di Pale.
In seguito al terremoto del 1997 lo stabile ha subito dei crolli.
Lo stabilimento sembra essere impiantato nel 1856 dentro Pale, accanto e sopra le mura castellane. In realtà, a quella data, si costituì l’azienda “Innamorati Guido”, che produceva carta fatta a mano in uno degli stabilimenti di Pale, con ogni probabilità nell’impianto del progenitore Innamorati Vincenzo .Solo dopo il 1900, l’azienda trasferì una parte delle lavorazioni e delle macchine nel nuovo stabilimento, costruito di fronte alla Cartiera Innamorati Antonio, come è anche dimostrato dalle Planimetrie del Catasto Gregoriano della zona al 1870 .Il rilevamento del nuovo opificio venne effettuato il 6 giugno 1906, ma la fabbrica era già stata costruita agli inizi del 1900; a conferma di questa ipotesi le denunce di esercizio del 1904 rilevano che l’azienda risultava impiantata nel 1902.
La fabbrica disponeva di tre motori idraulici per una potenza di 11 HP e nel nuovo impianto erano posti i reparti di allestimento ed essiccazione. Le lavorazioni riguardanti la cernita degli stracci, la lisciviazione, la sfilacciatura e la raffinazione tramite olandesi venivano invece eseguite nei reparti del vecchio impianto.
Nell’azienda erano impiegati complessivamente 16 operai, tra cui: un ragazzo compreso nell’età dai 12 ai 15 anni, tre maschi e due femmine di età compresa tra i 15 e i 21 anni. Le maestranze vere e proprie erano formate da 8 uomini e 2 donne di età maggiore di 21 anni. Già nel 1905 la fabbricazione della carta bianca da scrivere e da stampa veniva eseguita a mano, a macchina e probabilmente la ditta si forni di una macchina in fondo.
La produzione si incrementò di molto e il numero degli operai sali a 24 unita. Questi erano formati, secondo le fasce d’età, da: un ragazzo fra i 12 e i 13 anni; un ragazzo e una ragazza fra i 13 e i 14 anni; quattro operai e tre operaie fra i 15 e i 21 anni; sette operai e tre operaie fra i 21 e i 55 anni; due operai di età superiore ai 55 anni. I salari erano diversificati tra maschi e femmine: queste ultime ricevevano un compenso giornaliero che risultava mediamente inferiore di circa la metà rispetto a quello degli uomini; le retribuzioni della maggior parte dei ragazzi e degli anziani variavano in funzione del trimestre lavorativo, mentre per le maestranze di età compresa tra i 21 e i 55 anni era fissato un compenso giornaliero pari a £ 1,50 per gli uomini e £ 0,60 per le donne, che rimaneva invariato per tutto l’anno. Nell`azienda lavorava anche una donna sposata di età superiore ai 55 anni.
Nel corso dell’anno gli orari di lavoro variavano dalle ore 5 alle ore 17 durante il primo e il secondo trimestre e dalle ore 4 alle ore 16 durante il terzo e il quarto trimestre. La ditta “Innamorati Guido” aveva anche in esercizio il molino da olio ed era provvista di una latrina.
Nel 1906 gli occupati erano saliti a 44 unità, di cui 23 maschi e 12 femmine. La maggior parte dei lavoratori era composta da giovani e precisamente da 4 operai di età compresa trai 12 e i 15 anni, 9 operaie fra i 12 e i 21 anni, 19 operai fra i 15 e i 21 anni e 2 operaie fra i 21 e i 55 anni.
Nonostante il notevole incremento produttivo conosciuto negli anni, la cartiera non superò la crisi del 1911-12. agli inizi del 1912 la fabbrica, articolata su due livelli e composta da 10 vani per una rendita fondiaria pari a £100 venne acquistata dalla “Società Anonima Cartiere di Pale”, il cui scopo era quello di incrementare la produttività e salvare l’esercizio delle cartiere esistenti. Ma il 18 giugno 1912 l’opificio venne ceduto ai fratelli Sordini che possedevano un’altra importante Cartiera a Pale e facevano parte della suddetta società.
Alla fine degli anni Venti fu costruito un altro edificio a ridosso dei fabbricati esistenti e sopra le antiche vasche d’acqua, censito al Catasto Gregoriano con la particella n. 1162. Negli anni successivi lo stabilimento fu per lo più utilizzato come stenditoio e magazzino, fino alla completa cessazione dell’attività, avvenuta tra gli anni Trenta e Quaranta.
Alla fine degli anni Sessanta l’opificio fu acquistato dal dott. Adami e ancora oggi appartiene alla famiglia.
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